Ecologia della mente

Nel suo lavoro "Verso un'ecologia della mente" Bateson (2000) propone un nuovo approccio ecologico analizzando argomenti quali l'evoluzione biologica e la crisi nella relazione tra gli esseri umani e l'ambiente. Questo nuovo approccio ecologico di pensare la relazione tra organismo ed ambiente è stata denominata come "ecologia della mente".
Bateson analizza il concetto di informazione, definendo i parametri per la concezione di una nuova teoria della conoscenza. "L’ecologia della mente" scrive Bateson in apertura di questo volume, che contiene i suoi più importanti scritti teorici, "è una scienza che ancora non esiste come corpus organico di teoria o conoscenza". Ma questa scienza in formazione permette di capire, ricorrendo alle stesse categorie, questioni come "la simmetria bilaterale di un animale, la disposizione strutturata delle foglie in una pianta, l’amplificazione successiva della corsa agli armamenti, le pratiche del corteggiamento, la natura del gioco, la grammatica di una frase, il mistero dell’evoluzione biologica, e la crisi in cui oggi si trovano i rapporti tra l’uomo e l’ambiente". Bateson propone una concezione ecologica sistematica fondata nella impossibilità di separare organismo ed ambiente. Questa non separazione basata sulla nozione di "ecologia della mente" raggruppa i concetti filosofici classici e contemporanei sulla natura della mente con l'intenzione di creare parametri nuovi per orientare la teoria della conoscenza. Tali parametri stabiliscono una nuova relazione fra organismo ed ambiente e si basano sulla nozione della flessibilità dei modelli di azione che definiscono il comportamento degli organismi fra loro e con l'ecosistema che occupano.
L'epistemologia ecologica proposta da Bateson é stata influenzata da concezioni che derivano dalla cibernetica di seconda generazione, dall'antropologia, dall'ecologia e dalla teoria dei sistemi, secondo le quali lo studio della conoscenza enfatizza il processo co-evolutivo tra organismi ed ambiente. Bateson è l’autore di alcune fondamentali scoperte concrete, ad esempio quella del "doppio vincolo", che ha permesso di impostare in termini del tutto nuovi la questione della schizofrenia (influenzando in modo decisivo tutto il movimento antipsichiatrico) ed è diventata un punto di riferimento prezioso anche per gli epistemologi e i teorici della comunicazione.
Secondo la teoria del doppio vincolo la schizofrenia è il risultato del modello comunicativo esistente nella famiglia che impone una serie di strutture comunicative a carattere traumatico, in cui vi sono conflitti interni alla logica comunicativa. Ad esempio vi può essere un’ingiunzione primaria negativa in cui il genitore fa delle minacce quali: "Se lo fai ti punisco" oppure "Non lo fare altrimenti ti punisco". Ma poi da parte del genitore c’è anche un’ingiunzione secondaria accompagnata da gesti che possono assumere una grande quantità di espressioni che sono incongruenti rispetto all’ordine dato. Dunque il figlio non può gestire il conflitto e non ha via di scampo, non ha capacità di discriminazione tra due diversi ed opposti tipi di messaggio, è in una situazione di doppio vincolo, non sa distinguere con precisione il messaggio che gli viene comunicato, in quanto questo presenta due ordini in contrasto tra loro.
Ma le scoperte di Bateson hanno una pluralità dei livelli di applicazione la cui caratteristica è quella di essere "spostabili" entro ambiti molto distanti, accostando realtà apparentemente separate, come varianti e manifestazioni locali di uno stesso ecosistema di idee. Bateson infatti ritiene che le idee siano in certo modo esseri viventi, soggette a una peculiare selezione naturale e a leggi economiche che regolano e limitano il loro moltiplicarsi entro certe regioni della mente. Bateson è un antropologo di formazione, coinvolto fin dal 1942 nei primissimi sviluppi della cibernetica, psichiatra, e come tale ispiratore di una delle più vive scuole psichiatriche di oggi, la "scuola di Palo Alto", autore di ricerche sperimentali sulla comunicazione animale, epistemologo, studioso dei processi di evoluzione delle culture; egli ha concepito durante tutta la sua vita una "scienza della mente e dell’ordine" in grado di spiegare"perché le cose finiscono in disordine", per arrivare a quella domanda delle domande, ossia:" Che cos’è un gioco? Che cos’è l’ entropia?"
Alla base del pensiero di Bateson sull'ecologia della mente, c’è il concetto che non si può parlare di una specie o di un singolo individuo in modo astratto. Per comprenderne il funzionamento occorre considerare l’organismo inserito nel suo ambiente. L'interazione individuo-ambiente è fondamentale non solo per la sopravvivenza ma anche per vivere bene. Così quando si studia la mente non la si può suddividere in funzioni separate, ma la si comprende solo quando ne comprendiamo l’organizzazione che ricalca le relazioni tra le parti dei sistemi naturali e dell’equilibrio che la natura è riuscita a creare tra loro. Questa mente ecologica è una visione innovativa perché riesce a spiegare come la mente e la sua "immaterialità" si lega al substrato materiale che la mantiene in vita.
La visione olistica che è alla base dell’ecologia della mente è costituita dall' integrarzione di funzioni mentali molto diverse tra di loro (apprendimento, memoria, linguaggio, ecc.) che però hanno in comune l’organizzazione e il loro funzionamento. In questo percorso Bateson si imbatte nell'arduo compito di definire cosa sia la coscienza, termine che è stato introdotto per distinguere ciò che ha natura ordinata e razionale e non ha a che fare con il disordinato e il passionale. Questo genere di dualismo è secondo Bateson proprio l’ostacolo alla visione ecologica della mente. Questa concezione ha immediate ripercussioni etiche che portano Bateson a criticare la cultura occidentale. L’errore di questa consiste nel suo carattere dicotomico che separa la ragione dalle emozioni, l’individuo dalla società e l’umanità dalla natura. Ciò è il risultato della sopravvalutazione della coscienza che considera solo una piccola parte delle informazioni della mente. La coscienza è solo una parte del più vasto sistema individuo-società-ecosistema, ma rivendica esclusivamente per sé il carattere di mente, ignorando la natura sistemica del mondo. Nell’epoca moderna questa concezione diventa pericolosa perché esiste una tecnologia molto potente che consente di arrecare gravi danni all’ambiente circostante. Così la natura sistemica viene ignorata e si generano danni incomparabili. L’uomo distrugge il proprio ambiente e non si accorge di distruggere anche se stesso.
Ciò avviene anche al livello della mente individuale: l’io cosciente si separa dal mondo inconscio delle emozioni ritenute erroneamente irrazionali. In realtà la coscienza opera su premesse che sono inconsce, e le emozioni non sono irrazionali, al contrario operano secondo propri algoritmi, e quindi hanno una propria logica, anche se tale logica è diversa da quella del linguaggio, e quindi della coscienza. La pura razionalità, senza l’aiuto dell’inconscio, nelle sue diverse funzioni, è stolta e distruttrice di vita. Cosi come nega la connessione della coscienza con la mente esterna, l'uomo contemporaneo separa la mente razionale con la mente interna. La separazione dell'intelletto dall'emozione è mostruoso, della mente esterna da quella interna e la mente dal corpo è all'origine della catastrofe verso cui l'umanità si sta avviando.
A questa parabola di possibile autodistruzione dell'umanità Bateson contrappone l’ecologia delle idee ossia la riflessione sulle relazioni tra l’uomo e il sistema in cui vive. Essa mira ad ottenere la saggezza, ossia la conoscenza sistemica. Per raggiungere questo stato è necessario ricongiungere la coscienza con l’inconscio, e la mente individuale con la più vasta mente dell’ecosistema; evitando di cadere nell’errore opposto, ossia nell’abbandono della ragione. I mezzi per ottenere questa connessione sono numerosi, e riguardano le attività in cui si utilizzano tutti i livelli della mente. Esempi di queste attività sono dati dall’arte in tutte le sue varie forme, dalla musica alla danza, dalla pittura alla scultura, dal contatto con la natura, e dall’amore. È in questa ricerca della saggezza e della grazia che si esplica il carattere etico dell’ecologia della mente di Bateson.

BIBLIOGRAFIA

  • Bateson, G. (2005) Perceval, un paziente narra la propria psicosi, 1830-1832, Torino, Bollati Boringhieri.
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