Teorie del caos e Psicosomatica

Strutture dissipative, caos e non linearità

Anche nella medicina si cominciano ad usare nuove metafore. Per esempio, secondo Buchanan[1] il ritmo del cuore è altamente caotico e la malattia cardiaca si ha quando il cuore perde la sua caoticità. Secondo questa teoria, sorretta da sofisticati modelli matematici, l' irregolarità è fonte di maggior adattamento e un sistema caotico è sensibile alle piccole influenze e rende il corpo più flessibile alle esigenze ambientali ed ai cambiamenti. Concezione completamente opposta alla tradizione, per cui la salute era ordine ed equilibrio.

Studiando l'EEG nel cervello con le tecniche della teoria del Caos, Babloyantz[2] ha trovato nelle persone normali un’ alta dimensione frattale, cioè ritmi molto irregolari, caotici, mentre in persone durante il sonno profondo o durante un attacco epilettico ha constatato che i tracciati sono più semplici e periodici. Un segnale irregolare contiene più informazione di un segnale perfettamente periodico. Il cervello ha bisogno di caos per poter reagire velocemente alla grande quantità di stimoli che riceve[3].

Freeman nelle sue ricerche sull'olfatto ha verificato che nell'EEG le onde irregolari, che sono sempre presenti, all'improvviso, in reazione a uno stimolo relativamente piccolo, diventavano regolari e ordinate. Una grande quantità di neuroni, non un neurone o un sottogruppo di neuroni, reagivano simultaneamente secondo uno specifico schema all'identificazione di un determinato odore, sulla base di un modello che dal disordine va verso l'ordine[4]

La teoria del Caos ha dato un apporto anche alle scienze psicologiche.

I disturbi psichici sono la conseguenza di una perdita dell'equilibrio tra i fattori sia negativi che positivi all'interno del paziente stesso, del suo ambiente e del loro rapporto reciproco. I fattori si manifestano nel campo psichico, somatico, sociale e della storia personale. Essi possono causare nel paziente la perdita dell'autonomia e della capacità di adeguare l'ambiente alle proprie esigenze. In diversi pazienti non sono necessariamente gli stessi fattori a causare una perdita d’equilibrio. Per questo è necessario per ciascun paziente fare una analisi multidimensionale della sua complessa situazione individuale. Se un piccolo cambiamento può causare grandi conseguenze, questo vale sia nel produrre conseguenze negative, sia nel produrre conseguenze positive. Anche nelle scienze psicologiche si stanno sviluppando modelli che tengono conto di questo.

Utilizzando le tecniche della teoria dei sistemi dinamici non-lineari,· si è sviluppata una nuova visione sulla malattia mentale che ha incorporato le recenti acquisizioni della psicologia. E' tutto ancora in una fase iniziale, che lascia però intravvedere grandi sviluppi. Non sempre è facile una utilizzazione immediata della teoria, specie per spiegare situazioni o fenomeni specifici. Questi richiedono l'utilizzo di sofisticati modelli matematici che possono essere elaborati soltanto al computer. E' necessaria quindi la collaborazione tra psicologi e matematici. Più intensa sarà questa collaborazione, maggiori saranno gli strumenti pratici che si avranno a disposizione negli interventi. Per ora si è nella fase di elaborazione teorica e si sta cercando di applicare i principi della nuova teoria matematica anche alle teorie psicologiche.

La teoria del Caos sta scardinando i principi su cui il pensiero scientifico occidentale si basa. Questo non vuol dire eliminare quanto fin’ora si è acquisito, ma riutilizzarlo. La teoria del Caos offre un altro punto di vista per andare a scoprire la realtà. Fornisce se vogliamo delle metafore che ci aiutano a vedere in un altro modo il mondo. La “farfalla di Lorenz”[5], secondo cui un battito d'ali di una farfalla in Brasile può scatenare un uragano nel Texas, presenta metaforicamente il principio che una modifica per quanto piccola, può nel corso del tempo provocare grandi conseguenze. L'immagine aiuta, per esempio, a spiegare l'instabile equilibrio di una persona che soffre di disturbi psicologici. Basta una piccola influenza, un incidente da niente per provocare conseguenze catastrofiche. Un disturbo banale instaura un processo di reazioni a catena che può portare a gravi patologie. Un po’ come il castello di carte: cade una carta e cadono tutte. Piccole cause, grandi effetti. Un nuovo modo di vedere la realtà, nuove metafore che possono diventare la base di nuovi approcci.

In psicoanalisi l’introduzione dei concetti di caos, non-linearità e di altre nozioni, appartiene alla storia recente: ad esempio alcuni contributi sono stati dati nel 1999 da Stanley Palombo.[6]

La ricerca empirica di Stanley Palombo è innovativa per l’integrazione delle nuove scoperte neurobiologiche e delle scienze computazionali con le idee psicoanalitiche correnti.

Palombo presenta· una versione nuova e vivace della teoria psicoanalitica che combina la teoria evoluzionistica moderna, i modelli computazionali dell'evoluzione ed informazione, la teoria della complessità, le neuroscienze, e le acquisizioni della ricerca psicoanalitica e clinica. Questa integrazione documenta convincentemente che la psicoanalisi è fondamentalmente una disciplina biopsicosociale che ancor oggi è viva, mentre cambia, cresce e si sviluppa.Le sfide di Palombo ritengono non corretto il punto di vista in base a cui la psicoanalisi non è scienza. Egli non si è collocato nella sua ricerca al livello della biologia molecolare, piuttosto, ha riconosciuto l'importanza dell'organismo intero ed il fatto che il cambiamento è come un aspetto riflesso dell'organismo. Palombo sostiene che la psicoanalisi induce cambiamenti all'interno dei pazienti e che questi sono evolutivi, nel senso che alterano gli adattamenti da meno effettivi a più effettivi. Egli sostiene anche che questi piccoli cambiamenti non lineari possono condurre a trasformazioni con impatto durevole e notevole.Il suo punto di vista concorda con quello di Eric Kandel[7], suggerendo che il cervello conserva la plasticità in tutta la maggior parte del ciclo di vita e che i nuovi apprendimenti provocati dalla psicoanalisi possono alterare strutturalmente il cervello ed il potenziale dell'individuo che, come il cervello, è mutevole.Palombo descrive i recenti sviluppi post-Darwiniani, all’interno di un pensiero evolutivo e moderno, e sostiene l'ipotesi che nei pazienti che subiscono il trattamento psicoanalitico si verifichi un’evoluzione.Palombo è un pensatore creativo e brillante ed uno dei costruttori delle moderne teorie relative alla psicoanalisi, desiderando rompere i vincoli intellettualmente soffocanti dell’ortodossia, sentendo il bisogno di una prospettiva intellettuale forte e moderna sulla psicoanalisi come un'importante scienza ed un’ arte clinicamente rilevante.

Anche nel campo della psicologia evolutiva interessanti riflessioni provengono da Paul van Geert[8], che propone la teoria dinamica dei sistemi come approccio molto adatto allo studio della psicologia dello sviluppo. Tale teoria offre attrezzi e metodi per studiare processi di cambiamento e la stabilità attraverso le fasi dello sviluppo. Questi strumenti si riferiscono alla costruzione di modelli di sviluppo e relativa simulazione ed a disegni sperimentali empirici con elaborazione statistica dei dati. Secondo la teoria dinamica dei sistemi, individui in fase di sviluppo sono collocati all’interno di una ricca varietà di forze contestuali interagenti che continuamente alterano la struttura organizzativa dell'individuo.[9] Il contesto non è visto quindi come una variabile statica o indipendente ma come qualcosa che viene creato e plasmato dalle sue interazioni con gli individui. Perciò, individui e contesti non possono essere concettualizzati come fattori dipendenti ed indipendenti, come è il caso della maggior parte dei classici disegni statistici. Questi approcci tradizionali c'informano sulle associazioni fra certe variabili attraverso, di solito, un ampio campione di individui, ma non ci danno informazioni sui meccanismi dei processi dello sviluppo, che costituiscono i principi fondativi dell'evoluzione dello sviluppo nel tempo. Con l'inclusione del tempo come uno dei più importanti aspetti dello sviluppo e con la concettualizzazione di sviluppo come un processo iterativo, i metodi dei sistemi dinamici offrono strumenti per catturare i cambiamenti non-lineari e le transizioni che caratterizzano lo sviluppo, fornendo un contributo considerevole alla nostra comprensione di tali processi evolutivi.[10]

In psicogeriatria Johannes Schroots ha fornito un contributo molto interessante allo studio della materia, mettendo in evidenza la complessità nella quale ci si imbatte parlando di processi d’invecchiamento e che ci costringe ad un cambiamento di paradigma. Questo nuovo approccio si propone di esplorare le concezioni proposte dalla teoria del caos relativamente all’argomento in questione, analizzando le innovative metafore ed i nuovi paradigmi che hanno guidato la ricerca psicogerontologica degli ultimi anni[11].


[1] Buchanan M.: Fascinating rhythm, in: New Scientist, 2115, 20-25, 1998.

[2] Babloyantz A.: Molecules, dynamics, and life : an introduction to self-organization of matter, John Wiley, New York, 1986.

[3] Goede J. de: Chaos in der fysiologie, in: Tennekes, H. (Red.), De vlinder van Lorenz. De verrassende dynamica van chaos. Bloemendaal: Aramith, 70-83, 1990.

[4] Freeman W.J., The Physiology of Perception, Scientific American, February 1991

[5] Lorenz E.N.: The Essence of Chaos, University College London (UCL) Press, London, 1993.

[6] Palombo S. R.. The emergent ego: Complexity and coevolution in the psychoanalytic process, CT: International Universities Press, Madison, 1999.

[7] Kandel E.R. , Psichiatria, psicoanalisi e nuova biologia della mente, Raffaello Cortina, Milano, 2007

[8] Steenbeek H. and van Geert P., A Dynamic Systems Model of Dyadic Interaction during Play of Two Children, European Journal of Developmental Psychology, 2 (2), 105 – 145, 2005

[9] Granic I., Dishion T. J., Hollenstein, T.., The family ecology of adolescence: A dynamic systems perspective on normative development, In G. Adams & M. Berzonsky (Eds.), Handbook of Adolescence, Blackwell, , New York , 2003

[10] Smith· L.· B.·· and· Thelen· E.·· (eds), A ··dynamic systems· approach·· to· development:·· Applications,·· MIT Press/Bradford· Books Series in· Cognitive Psychology,· MIT Press, Cambridge, Mass., U.S.A,· 1993.

[11] Schroots J.J.F., Yates F.E. , On the Dynamics of Development and Aging, in Bengtson V.L.& Schaie K.W. ( editors ), Handbook of Theories of Aging, Springer Publishing Co, New York, 1997.