Il modello biocentrico

L’integrazione dell’intelligenza razionale con le emozioni ha dato vita alla proposta dell’intelligenza emotiva da parte dello psicologo Daniel Goleman (Goleman, 1996). Ma l’aspetto centrale proposto dal modello biocentrico riguarda non solo il riscatto delle emozioni ma anche il superamento della dissociazione tra intelligenza ed affettività.

Il medico e psicanalista Juan Rof Carballo propone la teoria dell'intreccio affettivo che si concretizza in aspetti sommamente chiarificatori: è una realtà psicobiologica, transazionale, costituente e programmatrice; si esprime nei vari modi dell’attività dell'individuo, ma soprattutto nell’intreccio o tessuto delle sue relazioni con le altre persone. Esso si riflette nel fondo di tutte le relazioni emozionali ed affettive. La base biologica di questo intreccio è costituita dalle tre reazioni che sono proprie del sistema limbico ipotalamico: la reazione di allarme, la reazione di lotta e fuga, la reazione aggressiva. Attorno a questi tre vettori nel corso successivo degli anni, si continua a delineare la personalità dell'uomo.

Attraverso l'intreccio affettivo l'essere umano si costituisce come essere vivo autonomo in relazione col suo ambiente durante tutto l’arco della vita. (Carballo, 1961)

Oggi progressivamente si sta capendo che l’apprendimento, la creatività e la qualità di vita, il benessere psico-fisico scaturiscono da una fonte comune: l’affettività. La società, oltre a formare esperti professionisti deve coltivare in essi anche l’empatia, il senso profondo di identificazione con gli altri esseri umani.

Il modello biocentrico riconosce l’empatia come centro generatore e protettore della Vita: la sua finalità è ristabilire le funzioni originarie che permettono la conservazione e l’evoluzione della Vita, creando modelli interni di condivisione con l’altro e coscienza etica.

Il modello biocentrico si colloca nella prospettiva sociale e relazionale in cui l’individuo è immerso.  Lo psicologo americano Urie Bronfenbrenner  ha proposto in tal senso un modello definito ecologico-sistemico (Bronfenbrenner, 1989). Esso  parte dall’assunto che gli individui sono inseriti in un contesto ambientale che presenta vari livelli di complessità e che influisce sul processo evolutivo del soggetto e sulle sue attività.

In particolare egli distingue cinque livelli del sistema:

- Micro sistema, in cui sul soggetto influisce la relazione con i colleghi e con i superiori;

- Meso-sistema, sul soggetto influiscono la relazione con i pari e il contesto lavorativo in generale;

- Eso-sistema (sistema-società), ovvero il contesto esterno che influisce sul Dirigente e quindi con effetti indiretti sui suoi sottoposti;

- Macro-sistema, rappresentato dal livello socio-culturale, dalla politica sociale e dei servizi che caratterizza la comunità  in cui si è inseriti;

-Crono-sistema, ovvero il livello temporale scandito dagli eventi che accadono nella vita di ciascun individuo.

Un altro punto di riferimento del modello biocentrico è collegato alla teoria dei sistemi e alla visione epigenetico-probabilistica della struttura e del funzionamento degli organismi. (Lerner, Kauffman, 1985). Sia il contestualismo evolutivo che il modello biocentrico pongono l'accento sull'influenza reciproca, o dinamica, tra i processi biologici e psicologici e le condizioni ambientali. Le relazioni reciproche tra gli aspetti interrelati della persona e del suo contesto non sono tuttavia da intendersi nel senso di semplici “interazioni” lineari. Al contrario, individuo e contesto sono in “transazione”, cioè in “interazione dinamica”. In virtù dell'esistenza di relazioni reciproche, ogni elemento viene trasformato dagli altri. Nelle interazioni dinamiche variabili organismiche e contestuali alterano ognuna la natura delle altre.

Le persone sono sistemi viventi autopoietici (cioè sistemi che si auto-costruiscono) e cambiano nel tempo, si costruiscono sul piano energetico( la crescita) e sul piano delle informazioni (sviluppo cognitivo e psicologico in generale) .

Avvalendosi delle ricerche fatte in biologia da Karl Eduard Rothschuh (1936), Johannes Heinrich Schultz fa proprio il termine di “bionomia” definito come “ordine del complesso di leggi della vita” e propone il “Training autogeno” (Schultz, 1968), per generare “un abbassamento generale del biotono dello stato di veglia” consentendo al proprio organismo di recuperare l’equilibrio originario, rientrando così nella bionomia, cioè nell’ordine della vita. Rompere il binomio tensione-non funzionalità significa stimolare le componenti positive del soggetto, operare una rivalutazione delle capacità personali, ridare fiducia in sé stesso, tornare ad essere in grado di autoregolarsi.

Il modello biocentrico si collega inoltre al concetto di Vincolo proposto da E. Levinas, uno dei maggiori filosofi contemporanei, che ha indagato l’identità in relazione all’altro di Jean Piaget, la dimensione del Noi di Martin  Buber e l’empatia di Theodor Lipps, per giungere alla sua sintesi originale rappresentata dall’epifania dell’incontro (Lévinas, 2002).

L’altro e l’incontro con l’altro: questa è la dimensione fondamentale dell’esistenza, da cui scaturisce l’Etica, nonché la fonte dell’identità, che secondo Lévinas va dall’altro all’io. E’ la poetica dell’incontro umano, occasione di celebrazione dell’altro come possibilità di scoperta, di riconoscimento, di connessione con la parte più intima della nostra intimità. L’altro di cui parla Lévinas, ha sempre la “A” maiuscola, la dimensione grazie alla quale nasce in noi il desiderio di rispondere affermativamente alla silenziosa richiesta dell’Altro di accogliere il suo mistero, senza commenti e senza richieste.

Siamo così al concetto di affettività che nel modello biocentrico è riconoscimento reciproco e accettazione, occasione di connessione profonda, di integrazione a sé e all’altro.

Nella reciprocità dell’ascolto di sé e dell’altro,  possiamo vedere come il principio che mette la Vita al centro è intrinsecamente etico. Ponendo la Vita al centro realizziamo l’Etica; la trasformazione che conduce alla coscienza etica, frutto della connessione con gli altri, e che porta a nuove scale di valori.